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al testo di Ivan Pozzoni
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L’austriaco, di vera stirpe ariana, è molto severo, non si incanta, achtung kaputt kameraden, pretende massima flessibilità in modo da rimettere l’Europa intera a quota Novanta, bombarda le borse di Milano assolutamente gratis, meglio di quanto fecero Radetzky o Bava Beccaris.
Potremmo tentare ancora con uno sciopero del tabacco, mischiando hashish a marijuana con distacco, anche se non credo che funzionerebbe lo sciopero del lotto, siamo troppo lontani dai moti del 1848, ora l’intera nazione tira a arrivare alla mattina, sognando di incassare un ambo o una cinquina.
Sperando in un ritorno della dinastia Borbone i milanesi non sono avvezzi alla rivoluzione, scalpitano, reclamano, ti mandano a cagare, tornando il giorno dopo in ufficio a lavorare, non avendo l’energia dei siciliani buontemponi, l’unica regione a statuto speciale a protestare coi forconi.
Qui gli austriaci sono più severi dei Borboni, la Merkel tuona da Bruxelles minacciando risoluzioni del Consiglio Europeo, in cui siedono retribuiti in modo sovrannazionale i vari prestanome dell’una o dell’altra multinazionale, indecisi, con rigorosità scientifica tutta teutonica, se far fallir la Grecia o un’azienda agricola della Valcamonica.
[Qui gli austriaci sono più severi dei Borboni, 2015] |
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